martedì, marzo 31, 2009

Non sò perché...

...ma in questa sera pensierosa mi è venuto di pensare a lui. E chi lo conosceva, alla fine avevo appena compiuto otto anni. Certo, della Formula 1 ne avevo sentito parlare; erano gli anni, poi, degli album panini, di quelli in cui iniziavo a interessarmi di sport, e lui lo avevo sentito nominare mille volte. Ayrton, Ayrton...all'inizio era uno dei tanti tra i vari Alain, Nigel, Jean o Gerard; fino a quando mi regalarono quella pista telecomandata, con due soli joystick e due sole macchine, una Ferrari ed una Mc Laren. E visto che ero il più piccolo non toccava mai a me scegliere la macchina preferita, la Ferrari; e mi beccavo sempre la Mc Laren, la Mc Laren di Ayrton. E allora Ayrton non era più uno dei tanti, e pure se di Formula 1 non ci capivo niente, divenne il mio preferito. E mica lo sapevo che quel maledetto 1° maggio 1994 Ayrton non correva più su quella macchina rossa e bianca che sembrava la bandiera del Canada...era passato alla Williams e dopo due ritiri sfortunati partiva in pole nel Gran Premio di San Marino. Il giorno prima, in un'incidente delle qualifiche, era morto un pilota, Roland Ratzenberger; non lo avevo mai sentito nominare, era la sua terza gara. Il giorno dopo si correva ugualmente; roba da pazzi. Ma in ogni caso questo non è lo sguardo di una persona che sta per partire in pole position in un gran premio di Formula 1...



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Simone ha detto...

senna è un mito...

Daniele ha detto...

"Eroi di un tempo che fu..." come si dice in questi casi.
In quegli anni si rischiava tutto per correre, e non solo nella F1. E anche la fatica, lo stress, erano tutt'altra cosa rispetto ai giorni nostri... Prova ne è il tremendo urlo di gioia/dolore al termine della gara che lo portò a vincere il GP in Brasile del 91.

http://www.youtube.com/watch?v=10A7Tyng38U

http://www.youtube.com/watch?v=QwiZ12Qh8ro

http://www.youtube.com/watch?v=nNIyvdcLlKg

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