Occore dirlo. Lo faccio. Ragazzi di Ceccano sta muorendo. Un post al mese se va bane, un commento ogni due se va alla grande. Basta. Non si può campare di rendita su Teresa Fidaldo (che diciamolo, non sappiamo neanche noi il perché del successo di quell'articolo quando tutto internet ne parlava già) dove a commentare, diciamolo, sono emeriti deficienti. E' questa la fine che deve fare questo blog? Io non voglio che vadà così, piuttosto preferisco che muoia per mano nostra.
Creato nel giugno del 2006, doveva essere il blog di Simone; ben presto è diventato il blog di tre amici che volevano raccontare se stessi e la loro realtà. Nei primi due annoi ha superato prove difficili, ha dimostrato di essere superiore ha qualche polemica politica, è sopravvisuto a crisi sentimentali (ed allargamenti poi revocati dello staff). Ma ora sta muorendo. E mi pare che noi, da un anno a questa parte, non stiamo facendo nulla per salvarlo. Nei primi due anni di vita questo spazio è cresciuto all'inverosimile, fino a diventare uno dei blog più seguito dai (pochi) ceccanesi che si connettevano in rete e ad a cominciare ad ambire a diventare il blog di riferimento della comunità ceccanese e locale. Ed ora? Ora sta muorendo.
Facile trovarne le motivazioni. Innanzitutto, l'avvento di Facebook. Facebook ci ha letteralmente tagliato le gambe: per un blog generalista come aspira ad essere Gioventù Ceccanese (ops, "Ragazzi di Ceccano"... d'altronde solo noi sappiamo come si chiama questo blog), facebook è il dardo mortale che ci ha ucciso. Il mondo dei blog vive una crisi generale e quelli che sopravvivono è perché ormai sono specializzati in qualche cosa (mi viene in mente la letteratura, la poesia, il giornalismo o ad esempio i miei blog sul fantacalcio) ed hanno conquistato la loro "nicchia" di lettori-amici (spesso autori loro stessi che si aiutano a vicenda).
Ma non è solo facebook. Il problema è che non ci crediamo più neanche noi. Mi sono stufato di leggere post celebrativi di ricorrenze (natali, pasque, anniversari del blog o compleanni dello staff) o post "chiesti" da altri (_Ica, Cogitans Scribens o altro che siano). Allora mi chiedo: che fare? Ha senso continuare ad andare avanti così? Sinceramente non ne vedo il motivo. Questo post, un pò polemico, serve anche a testare il tempo di reazione degli autori a rispondere (e vedere dopo quanto tempo leggono questo articolo e rispondono). Sinceramente, lo dico, sto collegato in media 2/3 ore al giorno e visito questo blog ogni 3/4 giorni.
E' tutto dire.
venerdì, settembre 25, 2009
Il blog è in agonia
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Reflections of this time...
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3
Io non mi arrendo... possono continuare a scrivere anche per me stesso pazienza... sicuramente verrà il giorno in cui si dovrà chiudere tutto, ma non è ancora ora...
Mah... che sia meno seguito non è messo in dubbio, come anche la nostra minor partecipazione. Ma addirittura pensare di chiuderlo mi sembra eccessivo. In fin dei conti non ci costa niente. Sta quì, si utilizza e si scrive quando sentiamo che abbiamo da dire, come hai fatto tu con la tua riflessione.
Certo, fa piacere essere letti, e per questo servirebbe un contributo costante, ma ricordiamoci che non è un giornale, una rivita; è un blog, come sito web è dinamico, può essere attivo come anche rimanere statico per un pò di tempo. Certo potrebbe anche chiudere, ma io preferirei di no :)
non mollateeeeeeeee
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