Può darsi che nel leggere quest'articolo mi darete del "ripetitivo", ma perchè non ricordare???
Storia recente, che però ormai è già nei libri scolastici di nuova "stampa"...
Studenti dopo di noi leggeranno sui libri di un’immane tragedia accorsa l’11 settembre 2001 a New York e impareranno quella data e quei dati probabilmente con la stessa noia e con la stessa estraneità alla vicenda con cui molti di noi imparano la data della presa della Bastiglia, cercano di ricordare il numero dei decapitati durante il terrore giacobino.
Ma noi quella data la ricorderemo per sempre e quei dati……15000 morti, poi 25000, 6000, 5000, 4000, poi ancora 6000 e chissà per quanto tempo ancora…..li ricorderemo per sempre. Le Torri Gemelle che crollano come fatte di compensato sotto gli occhi di gente incredula, di quella gente che ha avuto la “fortuna” di vedere in televisione quelle immagini, chi ha potuto assistere da vicino al crollo non ha visto molto: ha corso, corso, corso, finché di fiato ce n’era, senza sapere….Cosa? Chi? Perché? Hanno sentito solo un grande botto e pochi minuti dopo tutto si sgretolava…tutto, non solo le loro Twin Towers.
E noi, dal di fuori (almeno quello imminente), che crediamo di aver risposte per tutto abbiamo saputo rispondere ad una sola domanda: cosa? Una tragedia mai vista! Ovviamente poi abbiamo avuto la presunzione di rispondere al “chi”: Bin Laden, ma in realtà ognuno di noi in coscienza sa che non può essere stato un solo uomo ad aver scatenato tutto questo…c’è ben altro dietro e non possiamo permetterci il lusso di estraniarci da ogni implicazione, a provocazione si risponde.
E perché? Su questo le risposte sono già state più caute. Certo giornalisti, critici e ognuno di noi nel nostro piccolo abbiamo cercato di dare una risposta ad un gesto così estremo e così drammaticamente riuscito. La questione palestinese in cui gli Stati Uniti sono coinvolti, secondo alcuni, in modo eccessivo; una questione economica legata ad interessi petroliferi (in effetti le Borse di tutto il mondo occidentale hanno subito ribassi non visti da anni); e c’è chi sostiene un insieme di tutti questi motivi.
Quindi per cercare di far luce almeno parzialmente su questa vicenda bisogna cogliere informazioni da quante più fonti possibili, confrontarle, cercare di renderle il più possibile neutre, e fare poi il punto della situazione, senza pretese eccessive ovviamente. Ci sono molte questioni da analizzare, molti punti su cui far luce.
I giornali ci possono aiutare a fare il punto della situazione e personalmente li ho usati come maggiore strumento d’informazione, soffermandomi soprattutto su commenti, cartine riassuntive e articoli che analizzavano periodi storici particolari da cui si pensa possa essere scaturita tutta questa rabbia, tutto questo odio, tutta questa violenza.
Un altro mezzo d’informazione da cui ho tratto conoscenze, forse più d’impatto, è stato quello televisivo, telegiornali speciali, trasmissioni d’opinione si rincorrevano, spesso sfiorando, però, il ridicolo in quanto pareva più che fosse scoppiata una guerra di shares che una guerra reale.
Tutte queste fonti hanno contribuito a farmi conoscere lati prima oscuri del mondo in cui viviamo, un mondo che è molto più grande e molto più diversificato di quello che ero solita pensare, ma certo non mi hanno aiutato a capire. Capire perché donne coperte da testa a piedi e senza alcun diritto inneggino alla Jihad e venerino il potere dei Talebani loro oppressori. Capire perché uomini con una fede così forte credano davvero sia legittimo uccidere e uccidersi per il loro Dio, confondendo la forte fede con l’integralismo più spietato. Capire come è stato possibile che nessuno si sia accorto che su quegli aerei stava avvenendo qualcosa di tragico, qualcosa che avrebbe cambiato tutto e tutti. Capire come un Presidente possa rispondere alla violenza con la violenza non cercando prima vie meno drastiche e più efficaci. Capire come si possa vivere per tutta la vita preparandosi ad uccidere e ad uccidersi. Capire come un popolo già in condizioni pietose appoggi e difenda, a sue spese, un ricco miliardario che l’unica cosa che insegna è l’odio per gli Americani e l’unica cosa che promette la loro distruzione. Capire come paesi in cui la democrazia e i diritti dell’uomo esistono da secoli possano aver deciso la sorte di altri paesi in modo così brutale e interessato. Capire per cosa in realtà si combatte: il petrolio o la religione? Capire se aver più paura delle offensive talebane o di quelle americane. Capire come paesi così storicamente diversi tra loro possano riunirsi sotto un unico motto: “I’m an american!”. Capire che posizione prendere.
Di una sola cosa sono sicuro: questa è la guerra della paura.
Aerei di linea partiti da città americane, con a bordo centinaia di passeggeri, che si schiantano a New York, la grande mela, sulle due più massicce e grandiosi costruzioni di Manhattan come non ci fosse nulla di più semplice sicuramente ci ha fatto riflettere. Abbiamo capito che non si è mai e da nessuna parte al sicuro, che in realtà non avevamo raggiunto il secolo di quiete che dopo tante guerre credevamo di meritarci. La nostra tranquillità mista ad un’autostima un po’ esagerata è crollata alla vista dello sgretolarsi delle due torri. Non sappiamo di chi aver paura, da chi difenderci, chi ripudiare senza generalizzare.
La paura poi è sicuramente aumentata quando i bombardamenti anglo-americani sono iniziati su Kabul, su Kandahar estendendosi poi a tutto l’Afghanistan. Oltre ad una paura inconscia, e nemmeno troppo, di essere colpiti di nuovo da atti terroristici in risposta alla guerra americana, abbiamo avuto conferme su quanto temevamo. La CNN araba, come viene chiamata nei paesi occidentali, Al Jazeera ha trasmesso discorsi e promesse di risposte a questo attacco all’Afghanistan.
Quasi parallelamente si sono verificati in America i primi casi di contaminazioni di carbonchio, una malattia che può addirittura essere letale, come lo è stata per il primo americano contagiato. Da allora il terrore è dilagato anche negli animi dei più fatalisti. Gli allarmi di polverine sospette sono ogni giorno di più, e non mancano gli scherzi e i falsi allarmi. Questi atti terroristici non si possono attribuire all’integralismo islamico con sicurezza, né ad altre fonti, certo è che se lo scopo di questi atti era terrorizzare la gente e mandare in tilt la buona organizzazione e il buon governo americano il progetto è, ancora una volta, perfettamente riuscito.
Oggi è l'11 settemre, ma del 2006, era dovuto ricordare tutte quella gente che quella mattina, chi per lavoro, chi per una banalissima coincidenza, chi per un viaggio inizialmente tanto sognato e desiderato, era lì, a New York, dove purtroppo ha trovato la morte.